Toglietemi tutto ma non le fan fiction!!
Bene, vorrei proporvi l'ultima che sto scrivendo e che sta andando molto bene *-*
Letta e commentata da molte persone, anche che non se ne intendono o comunque a cui non piacciono i protagonisti. Questo mi fa piacere, molto piacere! E spero che piacerà anche a voi^^
Ovviamente non voglio che leggiate per forza, non voglio obbligarvi a commentare o a farlo positivamente! Sono accettate tutte le critiche -positive e negative- sperando che siano proprio esse a farmi capire gli errori per poi crescere e migliorare.
Detto questo, credo di non aver dimenticato nulla, vi lascio alla lettura del primo capitolo!
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Capitolo 1 ~ Qualche piccola novità
Piccolo appartamento alle porte di Bologna, molto più a nord della città.
La sveglia cominciò a suonare. Segnava già le sei e mezza. Dopo una notte passata insonne, per l’ennesima volta, le sei e mezza arrivarono subito.
La stanza era ancora buia, nel letto affianco un ammasso di ossa umane e carne era riuscito a dormire fin troppo serenamente. Mi dava le spalle, le lenzuola erano tutte per terra, in più era senza pigiama. Mio fratello.
Mugolai qualcosa, tastai sulla mensola sopra di me in cerca del cellulare per spegnere quel maledetto suono assordante e dopo essermi allungata più del dovuto mi alzai definitivamente.
In bagno, restai immobile davanti allo specchio, con le mani appoggiate sul bordo del lavandino fissai la mia immagine ancora sonnolente. Quasi mi scappava un sorriso vedendomi in quello stato. Capelli scompigliati, occhi gonfi ancora chiusi per metà e pigiama invernale già dalle prima settimane di settembre.
Le prime settimane di settembre. Quella frase mi risuonò nella testa per almeno un minuto, quando poi realizzai. Seconda settimana di settembre. Lunedì. Se mi ero alzata così presto e così stanca un motivo sicuramente c’era.
L’estate era giunta al termine. La routine di un lungo inverno era appena iniziata. Primo giorno di terza superiore.
Sempre e comunque insieme alla mia migliore amica, la Giò. Stranamente, eravamo riuscite a passare l’estate sui libri, stando attente a non perdere il divertimento però. E con un pizzico di fortuna in più, siamo riuscite anche a passare gli esami per i debiti.
Diciamo che la nostra è stata un’estate davvero piena. Fantastica, per dirla tutta. Innanzitutto perché, per la prima volta l’ho portata a Mirabilandia. E come potersi dimenticare del 3 agosto? Malgrado uno dei giochi più attraenti del parco fosse chiuso, il Katun, abbiamo avuto comunque modo di divertirci. Prima di tutto, grazie al bel ragazzo del Rio Bravo, di cui ancora siamo in cerca, e poi a seguire per tutto il resto!
Facciamo passare a malapena un mese, e di nuovo siamo lì. Senza il ragazzo del Rio, ma con il Katun. Non possiamo però paragonare le due giornate, mi sembra giusto. Si, sono state entrambi fantastiche ma diverse. Grazie anche ad Andrea, ,il mio stuntman bellissimo!
Questa volta il sorriso scappò seriamente. Scossi un po’ la testa, poi cominciai a lavarmi. Quando furono le sette chiamai anche mio fratello. Era davvero impossibile prepararsi in due in un bagno così piccolo. Ma con parecchia forza di volontà, per le sette e mezza eravamo fuori di casa.
Fuori dal cancello le nostre strade si divisero. Lui andò alla fermata del pullman comunale, che lo avrebbe portato direttamente a scuola, io invece alla fermata dell’autobus che prendono tutti, purtroppo.
Si, odiavo talmente tanto gli autobus che ogni volta che dovevo prenderne uno quasi mi sentivo male. Mi dava fastidio primo perché era chiuso, troppo stretto, e come se non bastasse a complicare tutto c’erano anche le persone. Il più delle volte gente straniera, ma si doveva stare comunque attenti a tutti, senza alcuna eccezione. Ogni volta mi si stringeva lo stomaco e mi veniva un senso di nausea. Per fortuna il tragitto durava neanche dieci minuti.
Mi sentii subito meglio quando le porte si aprirono, respirai aria fresca e miei piedi toccarono finalmente terra. Come d’accordo, aspettai la Giò lì davanti. Arrivò appena cinque minuti dopo.
G “ciao gemeeee!!!”
I “ciao gemeeee!!! Dio da quanto tempo eh!”
G “mamma veramente…nemmeno un giorno eh!!”
I “uhauha ma si ma si daaai!!”
Non facemmo altro che parlare, mentre giungevamo davanti a scuola.
Di lì a poco lo spiazzo dentro il cancello si era riempito. Vecchie amiche ci salutarono, ci abbracciarono, ci baciarono. Altre invece, semplicemente si limitarono a guardarci male.
G “sarà un altro anno pesante…”
I “si…mi sa anche tanto!”
G “però già in terza…pensa, se tutti gli altri anni passano così velocemente come quelli precedenti…ne mancano solo due!”
I “con questo tre…”
G “questo è già iniziato…non conta!”
I “ahah…allora ok! Oddio non vedo l’ora!”
G “siamo in due…”
Ero anche felice di essere di nuovo lì, avevo rivisto tutte le mie amiche, e poi c’era quel senso di…di adrenalina ecco! Qualcosa che mi spingeva ad andare più volentieri, ad entrare in quella classe e affrontare una volta per tutte coloro che non mi avevano permesso di vivere la mia adolescenza, così come volevo!
G “bè…è giunto il momento!”
I “addio vacanze! Addio mondo esterno allo studio…ci rivediamo l’anno prossimo!”
G “posso cadere da ste scale, no?”
I “ma si…rompiamoci una gamba già da subito…”
G “bè almeno la prima settimana ce la facciamo a casa…”
I “proprio la più bella?”
G “la più bella è quella alla fine…”
I “si, l’anno scorso poi proprio stupenda, sai?”
G “ma si ma si ma siiii!!”
I “tre quarti d’ora per fare quattro scalini eh…renditi conto!”
G “e cosa vuoi mai che sia? Adesso ci mettiamo altri tre quarti d’ora per arrivare in classe…”
I “non male come idea…ma sai, io me lo sento che qualcosa…quest’anno cambierà eh!”
G “siii…diventeremo noi le più importanti!”
I “mèèè!! Ma ti immagini seriamente???”
Ridemmo diabolicamente mentre entravamo in classe e prendevamo posto. I soliti due. Fila centrale, i due banchi in seconda fila, lasciando così quelli attaccati alla cattedra vuoti.
G “bene, cominciamo!” tirò fuori il diario sbattendolo sul banco mentre la prof di tedesco entrava in aula.
I “ossì…ora ti do il mio eh!” tirai fuori il mio diario e lo posai sul banco della mia vicina.
G “al lavoro!”
Durante l’appello disegnammo, scrivemmo, scarabocchiammo sul diario dell’altra, poi cominciò ufficialmente la lezione. La prof ci fece descrivere le nostre vacanze, in tedesco ovviamente. Noi raccontammo più o meno la stessa cosa.
Era quasi la fine dell’ora, improvvisamente bussarono alla porta.
G “OH!!” saltò in aria e si girò verso la porta. Io scoppiai a ridere.
Prof “avanti…” la porta si aprì.
Bidella “prof, sono arrivati…”
I “arrivati chi ohè??”
Prof “li faccia entrare…”
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Preparatevi perchè i miei capitoli finiscono tutti così XD